Terrore made in Morocco
I detenuti islamici avevano – e hanno ancor oggi – il diritto di uscire dalle celle solo per un tempo che non supera i 20 minuti (massimo 30 minuti), esclusi sabato, domenica e festivi.
Pensate che, quando i detenuti sono rinchiusi nelle celle, le chiavi non restano nel reparto. È il cosiddetto “capo della detenzione” che le custodisce, non si possono toccare senza un ordine del dittatore –scusate del direttore!
Questo comportamento è una grave violazione dei diritti delle persone.
Ci sono dei detenuti con malattie croniche e gravi come l’asma, la schizofrenia. C’era anche un fratello che aveva un solo polmone e portava sempre la mascherina.
Una volta io e lui abbiamo avuto la visita, con la differenza di 15 minuti fra me e lui. Era mia moglie che era venuta a trovarmi.
Quando lei ha visto entrare quel fratello con la mascherina, tutto magro e ridotto in cattive condizioni di salute, ha preso uno spavento.
Poverino il fratello! si capiva quanto soffriva, ma comunque noi in carcere l’abbiamo sempre chiamato ‘il leone’.
È giusto perché, non vi sembri strano, come fa un leone ad essere custodito da un asino?
Custodire le chiave in quel modo mette in pericolo la vita dei malati. Chi ha l’asma vive un vero terrore in una cella, di circa 4×5 m. con altri 6 o 7 detenuti. Diversi fratelli malati di asma hanno perso la vita a causa di questa “sofferenza assurda”, sarebbe bastato poco per far loro superare la crisi: permettere di prendere un po’ di aria fuori.
Un’altra tragedia nel reparto, anche io ero destinato alla stessa fine, un fratello ucciso da un altro a causa della schizofrenia. Aveva l’intenzione di ucciderci tutti, perché immaginava delle cose che non c’erano.
Non solo i malati d’asma, anche gli altri detenuti vivevano un vero terrore per la questione della sicurezza. Se il reparto avesse preso fuoco, vi garantisco che – come ci trattavano – nessuno si sarebbe salvato, tutti ci avrebbero rimesso la pelle. Aprire la cella ad un detenuto o due o cinque che soffrono d’asma era impossibile, peggio ancora aprire tutte le celle, bisogna chiamare la casa bianca!
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Che cosa sono i cookiesCaso Abou Elkassim Britel
10.03.2002 - 14.04.2011 Questo blog nasce nel dicembre 2007 per la liberazione di ABOU ELKASSIM BRITEL, detto KASSIM, un cittadino italiano che, dal marzo 2002, ha subito arresti illegali, detenzioni in segreto, extraordinary renditions, torture fisiche e psicologiche, interrogatori violenti, processo iniquo e viziato, carcere duro, anni di indagine conclusa con l'archiviazione, speranze, aspettative, delusioni. INNOCENTE ma rapito e poi detenuto per ben 9 anni. Il 14 aprile 2011 viene finalmente rilasciato a seguito di una grazia. Per saperne di più entra nel sito e consulta la documentazione: www.giustiziaperkassim.netDa consultare:
Giustizia per Kassim
Justice for Kassim
العدالة لأبوا لقاسم
Justice pour Kassim
Justicia para Kassim
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