30 in sciopero della fame a Oukasha, 91 a Kenitra: dentro le carceri la protesta dei detenuti islamici continua, ferma, civile.
Brutte notizie oggi, un vero e proprio raid nella prigione di Kenitra.
Pare che ai detenuti siano state lasciate solo due coperte. Ora fa freddo, la temperatura si sta abbassando, e poi lo sciopero della fame, il cemento, l’umidità, le finestre senza vetri… il freddo entra nelle ossa e prova ad attaccare il cuore, ma non cederanno.
Inutilmente le famiglie si sono recate alla Delegazione delle carceri dove hanno avuto conferma che ciò che disturba sono i contatti di questi prigionieri, detenuti a seguito di processi sommari, con le associazioni dei Diritti umani.
Da oltre sei anni si trascina il problema, altre volte la nostra pena quotidiana è stata aggravata dai maltrattamenti, dalla durezza, dall’agire rozzo di questi torturatori di professione, nemmeno noi cederemo. Continueremo a sostenerli anche se le sofferenze si sono fatte giorno dopo giorno insopportabili. Dovranno ascoltarci !
Ancora una volta il regime mostra il suo volto peggiore, quello della forza bruta, senza intelligenza, quello del creare il danno e stenderci sopra una coltre di silenzio. E la comunità internazionale guarda altrove…
Kassim sta con e come i suoi compagni, domani è il decimo giorno di sciopero della fame.