Nei giorni scorsi Kassim ha presentato una denuncia per la perquisizione personale “umiliante” al rientro in cella dopo il colloquio con i famigliari. Mio marito chiede il rispetto della sua dignità e fa presente che quello stesso guardiano si è già reso in passato responsabile di episodi simili.
Nella sala dei colloqui è presente un sorvegliante che controlla lo svolgersi delle visite. Inoltre, i detenuti, e ciò che portano con loro, vengono perquisiti sia in uscita che in entrata, ma c’è modo e modo di eseguire queste operazioni …
Ne dà brevemente notizia il quotidiano AT-TAJDID del 7 maggio, [l’articolo originale è disponibile alla pagina in arabo di Giustizia per Kassim].
L’articolo informa anche dello sciopero della fame attuato il 5 maggio nelle carceri marocchine dai detenuti islamici in solidarietà con i fratelli della prigione di Agadir che da tempo protestavano per le condizioni di degrado. L’intervento diretto della Delegazione delle carceri ha favorito un accordo tra i responsabili del carcere ed i detenuti in sciopero. Alla base della protesta, che si è protratta per oltre 24 giorni, le condizioni di detenzione e quelle delle visite.
Un altro sciopero nazionale dei detenuti islamici, con modalità decise localmente, è previsto per questa settimana nell’approssimarsi del 6^ anniversario dei tragici attentati di Casablanca.
Ancora una volta i detenuti ricordano la sofferenza, le vessazioni, le ingiustizie, i patimenti passati e presenti, la realtà delle famiglie che vivono difficoltà e problemi economici assai gravi. Fanno presente il loro sforzo per la verità, quello di mutare le squallide condizioni all’interno delle carceri e l’intransigenza di talune amministrazioni locali, mentre lo Stato, pur sollecitato a livello nazionale che internazionale, tace sul sanare le palesi iniquità e tanti innocenti scontano lunghe pene.
Domani Kassim sarà sottoposto ad esami, da tre giorni è stato colpito da un malessere acuto, soffre molto, sopraffatto dal dolore e dalla debolezza.
salem sorella cara, scusami per il solito ritardo. Leggo solo ora e inshallah ti chiamo appena posso. Ti lascio un saluto e un abbraccio fortissimo. A prestissimissimo bi’dnillah.
k.